Procrastinare: significato cause e conseguenze

Rimandare, o procrastinare, è un comportamento comune che può diventare un vero problema, fonte di stress ripetuto. Questa tendenza si è acuita negli ultimi anni. Perché lo facciamo? Quali sono le sue conseguenze?

COSA SIGNIFICA RIMANDARE (PROCRASTINARE)

La procrastinazione o “atto del rimandare” è definita come “quel comportamento che spinge a ritardare volontariamente un’azione nonostante prevedibili conseguenze future negative, scegliendo quindi un piacere di breve durata a costo di benefici a lungo termine”.

Rimandare è qualcosa che capita a tutti, ma qual è la frequenza? C’è chi ritarda in modo saltuario di fare qualcosa e quindi il problema sta in un po’ di pigrizia. C’è invece chi ritarda costantemente ogni impegno o scadenza e allora il problema è più serio.

Coloro che rimandano in modo assiduo hanno spesso stati ansiosi e sono caratterizzati da “miopia temporale”, l’incapacità di vedersi adeguatamente nel futuro; faticano pertanto ad avere una vision.

Che ti piaccia o no rimandare significa scegliere e decidere di non agire, di non risolvere il problema, di non pensare alle soluzioni.

La procrastinazione è un fenomeno psicologico che chiama in gioco specifiche emozioni, stati ansiosi, credenze legate alle proprie abilità e al valore personale. Esistono 2 stili di procrastinazione.

Il procrastinatore rilassato. Chi evita le attività che definisce noiose e routinarie. Si cimenta in tante attività con entusiasmo e carica emotiva, ma quando viene meno il fascino della novità tende a stancarsi e a mollare.

Il procrastinatore preoccupato. E’ colui che ha scarsa fiducia nelle proprie capacità, gestisce con difficoltà lo stress e spesso è afflitto da paure e stati ansiosi che gli impediscono di agire.

 

” Quando si agisce il coraggio cresce. Quando si rimanda, invece cresce la paura. “

(Pubilio Siro)

 

La razionalità dell’atto del rimandare sta in una forma di mediazione tra controllo ed evitamento: “tra il senso di colpa di non farlo e lo stress di farlo, trovo un accordo di mediazione tra le parti nello stabilire che lo farò domani”.

EMOZIONI ED EVITAMENTO

Rimandare è la strategia che riteniamo più adatta quando pensiamo di poter raggiungere uno stato emotivo desiderato attraverso l’evitamento, anziché attraverso un’azione finalizzata.

Il procrastinatore è quindi colui che sostituisce attività importanti e prioritarie con altre attività non rilevanti, ma sicuramente più piacevoli. Evitare gli permette di non entrare in contatto con le proprie insicurezze, paure e limiti. Comportandosi in questo modo non affronta le preoccupazioni e non è costretto ad avere a che fare con le emozioni che ne derivano.

Quando si rimanda, di solito si posticipa un’azione: rimandare una decisione o un comportamento equivale a “decidere di non decidere” oppure a “non fare”.

Si rifiuta pertanto la respons-abilità ovvero l’abilità di rispondere adeguatamente al problema.

 

” La procrastinazione è un tentativo di regolare l’emotività derivante dalla mancata capacità di vedere continuità tra il sé presente e il sé futuro. “

(Pychyl e Sirois 2016)

LE PRINCIPALI CAUSE DELLA PROCRASTINAZIONE

Se il problema del rimandare è esteso e influenza l’abilità di prendere importanti decisioni relative al lavoro, alle relazioni e alla salute, è utile approfondire tale blocco e risolvere le difficoltà che limitano il soggetto.

Paura e procrastinazione vanno spesso a braccetto. Quando si è spaventati si trovano svariate ragioni (scuse!) per rimandare ciò che si vorrebbe o dovrebbe fare. La procrastinazione dettata dalla paura porta le persone a bloccarsi, essere incapaci di reagire e immobilizzarsi.

Le maggiori cause della procrastinazione sono di carattere cognitivo ed emotivo.

 

Pigrizia

Semplice pigrizia mentale, cioè fuggire dallo sforzo (fisico e mentale), agire lentamente e agire senza entusiasmo.

Disinteresse. Quando il tuo lavoro non ti piace o senti di aver completamente sbagliato strada, non c’è tecnica di crescita personale che tenga: continuerai a procrastinare i tuoi impegni sempre e comunque. Quando non hai motivazione è facile tendere a rimandare.

 

Perfezionismo

La persona non si sente in grado di affrontare il problema se non riesce a farlo in maniera perfetta, senza alcun errore. Non si sente mai sufficientemente pronto o sicuro delle proprie capacità, competenze, conoscenze. Il perfezionista si pone standard sempre troppo elevati e non essere all’altezza delle proprie aspettative non è un’opzione da considerare. In questo modo, sperimentando un forte senso di disagio, grazie alla procrastinazione, il perfezionista nasconde a se stesso le proprie imperfezioni.

 

Paura dell’insuccesso

Alcuni rimandano all’infinito le cose che vorrebbero fare a causa della paura di fallire. La convinzione dominante, negativa e depotenziante è che si otterrà sicuramente un fallimento e per questo motivo non si tenta nemmeno.

 

Paura del successo

Altri rimandano e hanno paura di avere successo perché nel profondo pensano di non meritarselo, vivendo in una sorta di senso di colpa. Alcune volte si teme che gli altri poi si aspettino sempre prestazioni all’altezza e perciò si vive la situazione con forte stato ansioso e stress.

 

Ribellione e rabbia

Si rimanda anche per non corrispondere alle aspettative degli altri che riteniamo intollerabili o che ci vengono imposte. Questo capita quando non abbiamo il coraggio di chiarire che ciò che realmente vogliamo è diverso da ciò che loro pensano.

I DANNI DELLA PROCRASTINAZIONE

Il procrastinatore si auto-sabota nel raggiungimento di obiettivi, aspirazioni e desideri. Riduce la produttività personale e la conseguente capacità di affrontare e domare le sfide della vita.

Continuare a rimandare può creare problemi sul lavoro e nella vita sociale, andando ad influenzare la fiducia che nutriamo nei confronti delle nostre stesse capacità.

Il procrastinatore nel suo profondo pensa: ”meglio passare per svogliati o ritardatari che per incapaci!“

Procrastinare rappresenta uno spreco enorme di tempo, di opportunità e di energie. L’atto del rimandare porta in sé la probabilità di non cogliere occasioni, vantaggi e benefici.

La teoria comportamentista ci ricorda che quando, a seguito di un’azione, riceviamo un rinforzo immediato, questo incrementerà la nostra tendenza a ripeterla con forte rischio di cronicizzazione.

I costi relativi sono: stress cronico, basso livello di soddisfazione rispetto alla propria vita, stati ansiosi e potenziali stili di vita con scarsa propensione alla cura della salute e pesanti ricadute dal punto di vista psicofisico.

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