Il reportage della consegna di ALASKA, la nostra Tecno-Glacette refrigerata, in premio a Federico Stroppolatini, vincitore del Premio Giovane Vignaiolo dell’Anno per la guida Slow Wine 2022.
Nel ringraziare Slow Wine per la fiducia accordataci, non possiamo che cominciare il nostro racconto citando, testualmente, la motivazione del Premio a cui abbiamo potuto dare forma e colore con la nostra ALASKA.
“Federico Stroppolatini, che oggi ha 28 anni, a seguito della malattia del padre, nel 2015, abbandonò gli studi in ingegneria, caricandosi sulle spalle la gestione dell’azienda di famiglia. Quando ha ereditato la cantina si produceva perlopiù vino sfuso senza uno stile preciso e un indirizzo ambizioso; grazie a lui si è impressa una chiara svolta, in nome della sostenibilità e della qualità senza compromessi, con una particolare attenzione anche a vitigni meno conosciuti, come il tocai giallo. Seppur giovanissimo, Federico sta contribuendo alla crescita della viticoltura del Friuli Venezia Giulia animato da un entusiasmo e un coraggio fuori dal comune.”
Così, dopo aver partecipato alla presentazione ufficiale della Guida Slow Wine 2022, all’interno di Milano Wine Week 2021, con la simbolica consegna di Alaska ad uno stupito e meravigliato Federico Stroppolatini (decisamente non se l’aspettava!), abbiamo approfittato di una splendida e tersa giornata invernale per andare a Gagliano di Cividale del Friuli (UD), consegnare il Premio e scoprire il meraviglioso mondo enologico di Federico.
Immersi nella luce e nei colori dei Colli Orientali del Friuli, ascoltiamo Federico raccontare la storia di quelle terre, di quelle viti (alcune, ancora a dimora, superano i cent’anni di vita) e della sua famiglia. Una famiglia che, col passare del tempo, si è sempre più identificata con una totale adesione alla natura, ai suoi ritmi e regole mai scritte.
E Federico ne è il nuovo custode che, al di là degli studi e della cultura, protagonisti di un metodo agronomico assoluto e puro, apporta quel pizzico di sana e ancestrale pazzia visionaria che è determinante nel successo di ogni impresa.
Immersi negli aromi di una cantina, antica e a misura d’uomo, eppure assolutamente moderna, passando di calice in calice, ascoltiamo Federico parlare con giovane entusiasmo dei suoi vini: dal Friulano Colle di Giano, selezione del proprio clone aziendale, affinato in tonneau di rovere sulle fecce nobili...
...fino al Pignolo, varietà autoctona a bacca rossa, nota sin dal medioevo ma abbandonata e quasi dimenticata nel tempo per la sua scarsa produttività ed ora nuovo emblema di una viticoltura eroica e identitaria.
Federico non concima le proprie vigne, lasciando che la “vita/vite” si esprima e cresca in equilibrio, a tutto favore della riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari e dell’impatto ambientale.
Salutandoci, ci permettiamo la più ovvia delle domande chiedendo se questo è il vero senso del “biologico” e la risposta di Federico arriva puntuale… "più che biologico parlerei di logica, rispetto e buonsenso".
Abbiamo dato Alaska a Slow Wine perché ne facesse un importante premio dedicato ai giovani – concludono Cinzia e Monica Perin – ma mai avremmo pensato che questo ci avrebbe portato a conoscere una persona eccezionale come Federico. Un sognatore, come noi, come ognuno dev’essere nel proprio campo, nella propria vigna. Ci piace questo camminare fra antiche viti conversando con giovani ricchi di cultura ed entusiasmo. Ci piace l’idea di continuare questo viaggio.
Mauro Zardetto
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